Marco e Laura dopo l'abbraccio del bar si misero d'accordo per vedersi il venerdì della stessa settimana, entrambi rimandarono gli impegni già presi. Il desiderio di riscoprirsi era più forte.
Marco quella sera arrivò leggermente in anticipo come suo solito, odiava arrivare in ritardo tanto che preferiva aspettare piuttosto che sentirsi in colpa.
Era una fredda serata d'inverno illuminata da un cielo stellato e un quarto di luna
lui aspettava sotto casa, osservando il respiro che si condensava in nuvole di vapore davanti a sè , gli piaceva sentire la fresca brezza invernale sul viso lo faceva sentire vitale e un po a placare il nervosismo . Non sapeva da dove sarebbe sbucata , il piazzale era poco illuminato, i vetri della macchinate appannate. Ogni tanto una macchina entrava per cercare posto altre uscivano, in fondo era un venerdi sera giornata perfetta per uscire. Guardava le stelle inspirando pieni polmoni l'aria fresca, pensava a come si sentisse, non provava una sensazione in particolare piuttosto un insieme di ansia eccitazione, nervosismo, curiosità ed euforia, finchè non vide una sagoma uscire dalla penombra della via di fronte.
- Forse è lei- Pensò, gli sembrava di riconoscere la sagoma . Quando passo sotto il lampione alla fine della via la riconobbe gli fece cenno e lei gli andò incontro sorridendo.
Lui si avvicino si protese verso di lei per dargli un bacio sulla guancia coordinando il respiro per sentire il profumo che aveva. La bacio il più possibile vicino fra l'orecchio e il collo, chiuse gli occhi e inspirò, era esattamente lo stesso profumo dolce che ricordava.
Lei era in jeans con sopra un leggero piumino trapuntato; come trucco solo un leggero lucida labbra che l'aiutò a scorgere il suo sorriso nella penombra. Un rapido saluto e si diressero verso un locale vicino per cenare. Poche parole per rompere il ghiaccio e coprire la breve distanza fino al locale in cui avevano prenotato.
Si accomodarono al tavolo. Lei si tolse il piumino aveva una leggera maglia in cotone era perfetta nella sua semplicità. la cena volò fra sorrisi e sguardi. Lui cercava di scrutare capire cosa passasse nella mente di lei. Ma Laura era enigmatica non si faceva penetrare da quello sguardo. I discorsi , i gesti, gli sguardi sembravano contraddirsi di continuo spiazzando Marco di continuo che alla fine si arrese di fronte alla conclusione che non cera nulla da fare per quanto si sforzasse lei era brava a nascondersi, nonostante la sua allegria e la sua propensione a parlare:era evidente che era un modo per proteggersi da un passato di ferite.
La cena volò finché giunse il momento del conto. Entrambi però avevano troppa voglia di stare l'uno con l'altra per prolungare quella serata lei propose di prendere il caffè e un dolce in posto li vicino divisero un pezzo di crostata condividendo lo stesso cucchiaino come una volta.Un rapido sommario delle proprie vite e dovettero andare poiché la pasticceria era in chiusura. si avvicinarono verso casa .
-Dove è la tua macchina?-
-E' quella grigia li-
-Mettiamoci dentro fa freddo-
Marco fece accomodare Laura, i vetri erano appannati e le luci esterne regalano uno strano effetto di aloni colorati , l'atmosfera era più intima il nervosismo di lui crebbe voleva baciarla ma aveva paura di rovinare quell' incontro facendo qualcosa di sbagliato. qualche battuta due risa poi Marco vide quegli occhi chiari scintillanti piombargli addosso. Lei gli afferro il collo e lo tirò a se. Ognuno assaporò l'altro, ognuno ritrovò qualcosa di familiare che al contrario di quanto pensavano non era stato dimenticato. Marco l'abbracciò inspirò profondamente per stordirsi del suo profumo e la lasciò andare. Laura sorrise aprì la portiera e si lasciò inghiottire dalla foschia. Entrambi di quella sera portarono con se le stesse emozioni del primo bacio dato anni prima, nulla era cambiato , c'era di nuovo magia .
Entrambi si trovarono a credere di nuovo in quell'amore.
Marco quella sera arrivò leggermente in anticipo come suo solito, odiava arrivare in ritardo tanto che preferiva aspettare piuttosto che sentirsi in colpa.
Era una fredda serata d'inverno illuminata da un cielo stellato e un quarto di luna
lui aspettava sotto casa, osservando il respiro che si condensava in nuvole di vapore davanti a sè , gli piaceva sentire la fresca brezza invernale sul viso lo faceva sentire vitale e un po a placare il nervosismo . Non sapeva da dove sarebbe sbucata , il piazzale era poco illuminato, i vetri della macchinate appannate. Ogni tanto una macchina entrava per cercare posto altre uscivano, in fondo era un venerdi sera giornata perfetta per uscire. Guardava le stelle inspirando pieni polmoni l'aria fresca, pensava a come si sentisse, non provava una sensazione in particolare piuttosto un insieme di ansia eccitazione, nervosismo, curiosità ed euforia, finchè non vide una sagoma uscire dalla penombra della via di fronte.
- Forse è lei- Pensò, gli sembrava di riconoscere la sagoma . Quando passo sotto il lampione alla fine della via la riconobbe gli fece cenno e lei gli andò incontro sorridendo.
Lui si avvicino si protese verso di lei per dargli un bacio sulla guancia coordinando il respiro per sentire il profumo che aveva. La bacio il più possibile vicino fra l'orecchio e il collo, chiuse gli occhi e inspirò, era esattamente lo stesso profumo dolce che ricordava.
Lei era in jeans con sopra un leggero piumino trapuntato; come trucco solo un leggero lucida labbra che l'aiutò a scorgere il suo sorriso nella penombra. Un rapido saluto e si diressero verso un locale vicino per cenare. Poche parole per rompere il ghiaccio e coprire la breve distanza fino al locale in cui avevano prenotato.
Si accomodarono al tavolo. Lei si tolse il piumino aveva una leggera maglia in cotone era perfetta nella sua semplicità. la cena volò fra sorrisi e sguardi. Lui cercava di scrutare capire cosa passasse nella mente di lei. Ma Laura era enigmatica non si faceva penetrare da quello sguardo. I discorsi , i gesti, gli sguardi sembravano contraddirsi di continuo spiazzando Marco di continuo che alla fine si arrese di fronte alla conclusione che non cera nulla da fare per quanto si sforzasse lei era brava a nascondersi, nonostante la sua allegria e la sua propensione a parlare:era evidente che era un modo per proteggersi da un passato di ferite.
La cena volò finché giunse il momento del conto. Entrambi però avevano troppa voglia di stare l'uno con l'altra per prolungare quella serata lei propose di prendere il caffè e un dolce in posto li vicino divisero un pezzo di crostata condividendo lo stesso cucchiaino come una volta.Un rapido sommario delle proprie vite e dovettero andare poiché la pasticceria era in chiusura. si avvicinarono verso casa .
-Dove è la tua macchina?-
-E' quella grigia li-
-Mettiamoci dentro fa freddo-
Marco fece accomodare Laura, i vetri erano appannati e le luci esterne regalano uno strano effetto di aloni colorati , l'atmosfera era più intima il nervosismo di lui crebbe voleva baciarla ma aveva paura di rovinare quell' incontro facendo qualcosa di sbagliato. qualche battuta due risa poi Marco vide quegli occhi chiari scintillanti piombargli addosso. Lei gli afferro il collo e lo tirò a se. Ognuno assaporò l'altro, ognuno ritrovò qualcosa di familiare che al contrario di quanto pensavano non era stato dimenticato. Marco l'abbracciò inspirò profondamente per stordirsi del suo profumo e la lasciò andare. Laura sorrise aprì la portiera e si lasciò inghiottire dalla foschia. Entrambi di quella sera portarono con se le stesse emozioni del primo bacio dato anni prima, nulla era cambiato , c'era di nuovo magia .
Entrambi si trovarono a credere di nuovo in quell'amore.
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